Pagina non trovata – Dot Next, Digital Works https://www.dotnext.it Sviluppo App Mobile e Digital Agency Wed, 08 Sep 2021 15:16:04 +0000 it-IT hourly 1 Turismo Digital: tutti i Dati di un settore in espansione https://www.dotnext.it/turismo-digital-app-dati/ Tue, 10 Sep 2019 15:37:33 +0000 https://www.dotnext.it/?p=1724 Il turismo è un settore in espansione. È l’unico mercato la cui crescita non si è mai fermata, neanche per un momento. In italia in particolar modo ogni anno è l’anno dei record. L’interesse verso l’Italia trascende nazionalità: siamo sempre una delle mete preferite sia per gli italiani stessi che per gli stranieri. Il grande...

L'articolo Turismo Digital: tutti i Dati di un settore in espansione sembra essere il primo su Dot Next, Digital Works.

]]>
Il turismo è un settore in espansione. È l’unico mercato la cui crescita non si è mai fermata, neanche per un momento.
In italia in particolar modo ogni anno è l’anno dei record. L’interesse verso l’Italia trascende nazionalità: siamo sempre una delle mete preferite sia per gli italiani stessi che per gli stranieri. Il grande capitale culturale, il cibo, le spiagge e, ovviamente, la ricerca di una “dolce vita” sono ciò che porta le persone allo stivale.
La crescita inarrestabile del turismo è anche dovuta ai viaggiatori provenienti da regioni dell’Asia in espansione, come Cina e India, che diventano anche un nuovo approdo turistico (ma l’Europa rimane sempre la meta preferita della maggior parte popolazione mondiale).

Le dimensioni del settore turismo, un mercato in continua espansione

Il turismo è cambiato negli ultimi anni. Il web è diventato una parte fondamentale di tutto quello che è settore turistico. Tutto inizia prima ancora di decidere la meta, grazie a Pinterest, Instagram e Youtube. Il viaggio è una ricerca continua di esperienze: enogastronomiche, culturali, particolari, adrenalitiche… il viaggio è sempre più un’esperienza disegnata esattamente su di noi.

La domanda quindi nasce spontanea: e le app?

Le (Tante) App del Turismo

Scommetto che sul tuo smartphone, in questo momento, hai almeno un’app di viaggio. Probabilmente più di una. Il fatto è ormai le app sono diventate indispensabili. Sono di ritorno da un viaggio con RyanAir e ho avuto due scelte per la carta di imbarco: stamparla o usare l’app. Ho deciso di installare l’app per comodità.

Durante il mio ultimo viaggio ho usato Google Maps come navigatore (ed è pessimo per la cronaca) e per scoprire punti di interesse e ristoranti nelle vicinanze (in questo caso ve lo consiglio).
ViaMichelin mi aiuta a calcolare i costi dei miei spostamenti.
Tripit a mettere tutti i pezzi dei miei viaggi insieme.
Mentre cercavo informazioni su ristoranti e locali con il browser mobile, Tripadvisor mi ha lasciato a bocca asciutta dicendomi che dovevo iscrivermi o installare l’app per vedere le recensioni (ODIO puro).
Ovviamente tutto questo senza contare instagram su cui sto condividendo foto e aneddoti del mio viaggio.

Certo, la mia esperienza non è universale, quindi è arrivato il momento di lasciare la parola ai dati.

Prima di tutto dobbiamo parlare di OTA. OTA è un acronimo che sta per Online Travel Agency. Vengono racchiusi in questa definizione TripAdvisor, Expedia, Hotels.com, Booking.com.
Le OTA sono dei giganti.
Booking del 2018 ha speso più o meno miliardo di dollari in advertising. Solo in un quarto. Solo su Google.

  1. Prenotare tramite Booking per gli utenti è comodo, semplice, veloce e sicuro, ma non basta essere bravi in un settore competitivo come quello del turismo e quindi c’è un investimento importante in advertising.
  2. La prenotazione tramite Booking per gli esercenti (siano albergatori o compagnie aeree) è un costo: ogni volta che una prenotazione viene effettuata tramite Booking o Expedia, gli esercenti pagano una fee.

Per questo le compagnie aeree e le catene di hotel cercano di offrire sconti, promozioni e programmi fedeltà a chi prenota in maniera diretta.
Il miglior cliente è quello che abbiamo già, per questo newsletter e app diventano le basi di un processo che mira a tagliare fuori le OTA.

Come fa notare Apptopia, i download delle App delle OTA quest’anno hanno subito una diminuzione dell’8,4% rispetto all’anno precedente. Crescono le app proprietarie delle compagnie aeree e degli hotel (+12,1% e +14,6% rispettivamente).

Poi ovviamente questi dati vanno guardati nel dettaglio.
Skiplagged (un’app similare a Skyscanner) cresce, mentre TripAdvisor nel primo trimestre del 2019 ha perso più del 30% dei download (forse è per questo che ultimamente è aggressiva sulla questione app).

I download delle app delle OTA sono in diminuzione

Ma il mondo delle app turistiche è molto più ampio rispetto a quello di OTA, Hotel e Compagnie aeree che spesso vengono consultate nella fase di planning del viaggio. Ci sono app che si utilizzano prima di partire e alcune app che usiamo mentre viaggiamo.

Le App Prima di partire

  • Organizzazione e Documenti – Tripit e Google Trips sono le app più famose per la fase di organizzazione. In pratica l’idea è avere una sola app che vada bene per tutto il viaggio
  • Valigia – Alzi la mano chi si trova in panico davanti una valigia vuota. Ci sono diverse app che permettono di fare la valigia in maniera più facile, creando liste di cose da portare basate sulla nostra meta, lunghezza del viaggio e periodo dell’anno in cui stiamo andando.

Le App Durante il viaggio

  • Traduzioni – Ci sono app di traduzione (la più famosa è Google Translate) che aiutano a superare le barriere della lingua
  • WiFi – Adesso che in Europa è stato abolito il roaming tutto è molto più bello, ma ci sono app che permettono di trovare punti WiFi gratuiti
  • Dove mangiare – Da TripAdvisor e Google Maps passando da LocalEats, di app per scoprire locali e cibo ce ne sono davvero tantissime
  • Finanze – Per dividere le spese con i compagni di viaggio uso Splitwise, per le mance c’è GlobeTipping, poi ci sono le app di convertitori di valuta e per segnare le spese c’è l’imbarazzo della scelta

Il mondo delle app di viaggio è ancora più ampio. Può comprendere app settoriali (vedi Roadtrippers per chi viaggia in auto attraverso gli States) e app non specifiche per il turismo (per esempio io uso Google Docs per i miei programmi).

Il Futuro del Turismo e delle App

I trend che vediamo riportati negli studi sottolineano un focus sul mobile anche in ambito turistico. Secondo il Travelport Digital Mobile Travel Trends del 2017 per il 90% dei brand turistici avere una strategia mobile è fondamentale per il successo in futuro e l’84% dei brand vuole aumentare l’investimento sul mobile.

Se il Mobile è ormai presente, la “Voice” invece rappresenta per molti un futuro a cui aspirare. Sulla ricerca vocale e sugli assistenti virtuali si sta puntando molto per cui questo sarà un aspetto su cui gli sviluppatori di app lavoreranno nei prossimi anni.
E lavoreranno anche con la blockchain (specialmente con i pagamenti), i chatbot e la realtà aumentata.
Le app turistiche sono in evoluzione insieme alla tecnologie che sono loro vicine.

Pensare solo alle tecnologie senza tenere bene a mente le esigenze degli utenti è sempre un errore.
Il report sul comportamento utenti di HubSpot del 2018 ci da informazioni importanti su cosa vogliono gli utenti da un’app di viaggio e quali sono le ragioni che spingono gli utenti a scegliere l’app invece che il sito web responsive.

Secondo HubSpot le persone usano le app principalmente per cercare viaggi e sistemazioni, per prenotare e per avere update tramite notifiche. Solo il 5% sceglie l’app per avere offerte e promozioni e solo il 2% per brand loyalty.

Le ragioni principali che spingono al download di un’app sono diverse

  • Velocità (Non si tratta solo della velocità di caricamento, ma della semplicità che porta l’app. Avere le carte di imbarco sul cellulare è più veloce che stamparle e tirarle fuori ogni volta che servono)
  • Feature non disponibili sul sito mobile
  • Update e Notifiche
  • Uso senza connessione ad internet
  • Miglior design
  • Promozioni

In generale si preferiscono le app per fare il Check-In di un volo e generare la carta di imbarco così come l’acquisto di extra o per ricercare una sistemazione. I siti web si usano soprattutto per la prenotazione, per l’affitto di una macchina, sottolineando un trend già visto: si cerca magari tramite smartphone, si finalizza l’acquisto su desktop.

Il mercato asiatico

In tutto questo c’è la crescita del mercato turistico asiatico e cinese (sia in entrata che in uscita) su cui è importante fare un focus.

Nel 2017 la Cina è già il più grande mercato di viaggi in uscita, con 131 milioni di viaggi, ed è destinata a crescere ancora.
Non c’è un identikit del turista cinese, ma sempre più vengono ricercate esperienze, cercano di immergersi nella cultura locale, provando cibi tipici e del luogo. Anche turisti dal budget controllato sono disposti a spendere di più per vivere un viaggio esperienziale.
In sostanza: il turista è sempre più viaggiatore anche in Cina.

Il mercato turistico è in crescita anche in India. Il numero di richieste visto per l’area Schengen dal 2017 al 2018 è aumentato del 17% ed è duplicato se si confrontano i dati del 2018 a quelli del 2014. L’India è il terzo paese, dopo Russia e Cina, per richiesta di visto.
Non solo quindi aumentano i turisti indiani in Europa ma l’India sta diventando una meta turistica per tanti viaggiatori.

Non c’è dubbio che il futuro del turismo si muoverà anche in direzione Asia e in generale verso i paesi in sviluppo.

Vuoi saperne di più?

Il prossimo 27 Settembre Michele e Luca terranno un workshop all’interno dell’evento Brief in Genova tutto dedicato alla progettazione di App per il turismo.

Il Workshop è pensato per chi lavora nel turismo, per che è nel settore di sviluppo app e per chi è un semplice appassionato. Non sono necessarie competenze specifiche, infatti il workshop si propone di approfondire le grandissime potenzialità tecnologiche che possiedono i dispositivi mobile in modo da poter progettare delle app che rendano il turismo un’esperienza più ricca, interattiva, informata e divertente.
I posti sono limitati: prenota subito.

L'articolo Turismo Digital: tutti i Dati di un settore in espansione sembra essere il primo su Dot Next, Digital Works.

]]>
Il Metodo Agile (secondo Dot Next) https://www.dotnext.it/metodo-agile-secondo-dotnext/ Tue, 04 Sep 2018 07:31:33 +0000 https://www.dotnext.it/?p=1694 È da qualche mese che lavoriamo ai progetti dei nostri clienti con il sistema Agile, con una metodologia adeguata a noi. Agile è un flusso di lavoro da seguire nello sviluppo di progetti che ci porta a prediligere l’interazione con clienti e collaboratori per rispondere ad ogni richiesta che garantisca lo sviluppo di un software...

L'articolo Il Metodo Agile (secondo Dot Next) sembra essere il primo su Dot Next, Digital Works.

]]>
È da qualche mese che lavoriamo ai progetti dei nostri clienti con il sistema Agile, con una metodologia adeguata a noi. Agile è un flusso di lavoro da seguire nello sviluppo di progetti che ci porta a prediligere l’interazione con clienti e collaboratori per rispondere ad ogni richiesta che garantisca lo sviluppo di un software di qualità. E questo è un modo di lavorare completamente in linea con la nostra mission e vision.

Brevi cenni su Agile

Un po’ di storia

La filosofia Agile deriva in qualche modo dal Lean, impiegata in Giappone dalla Toyota per lo sviluppo industriale dell’automobile alla metà del secolo scorso. In risposta alla catena di montaggio negli Stati Uniti della Ford, Toyota ha studiato metodi che consentissero una migliore gestione degli approvvigionamenti di materiale, del personale e delle sue mansioni. In poche parole tutto era pensato per ridurre gli sprechi e garantire un miglioramento sistematico dei processi. Tutto questo portò a superare rapidamente il sistema della catena di montaggio fordiana garantendo migliore qualità, migliorie costanti al processo produttivo, e garantì una vita migliore per chi lavorava in fabbrica. Il sistema era vincente anche nel sistema che era diventato variegato e competitivo.

Agile accetta buona parte del manifesto Lean ma predilige la flessibilità e la risposta rapida al cambiamento rispetto alla sostenibilità su cui si basa Lean.

Agile nasce a cavallo degli anni 2000 per lo sviluppo del software da un gruppo di sviluppatori e teorici che durante una vacanza sulla neve hanno posto le basi della nuova filosofia di lavoro.

Negli ultimi anni è stato adottato con variazioni di metodo ad altri settori.

Il manifesto

Il manifesto di Agile riesce a condensare tutta la filosofia in pochissime righe. Attraverso le diverse metodologie di applicazione poi si mettono in pratica i principi chiave.

Ci preme sottolineare che nel manifesto non si vuole negare l’importanza di strumenti, documentazione, contratti e di un piano di azione. Si riconosce l’importanza di questi sottolineando la priorità che devono avere gli individui e le interazioni, il software funzionante, la collaborazione con il cliente e la risposta al cambiamento.

Tanti metodi, un solo Agile

Dalla filosofia e dal manifesto Agile sono derivate diverse metodologie che differiscono tra loro per l’applicazione pratica dei diversi principi. Ciò che le accomuna è il binomio leggerezza / flessibilità. Sono framework tutti molto documentati dai loro ideatori e sostenitori: Scrum, Extreme programming, Feature Driven Development, Lean software development, …

Il “nostro Agile” è una declinazione del metodo SCRUM.

Glossario Agile (scrum)

  • Backlog – Lista di requisiti a cui assegnare la priorità. Si dice Product Backlog l’insieme dei requisiti che compongono l’applicazione. Lo Sprint Backlog è invece l’insieme dei requisiti pianificati per un’interazione.
  • Product Owner – Gestisce le priorità del Product Backlog ed è responsabile del ritorno dell’investimento e della definizione del valore del lavoro svolto dal Team.
  • Scrum Master – supporta il team, ottimizza e ne facilita il lavoro per raggiungere gli obiettivi. Lo Scrum Master (SM) risolvere gli impedimenti del team e lo protegge dalle interferenze.
  • Sprint (iterazione) – Periodo di tempo fissato e concordato che va in genere dalle 2 alle 4 settimane, in cui si realizzano tutte le fasi di sviluppo del software.
  • User story – Definizioni ad alto livello delle specifiche e dei requisiti del software, scritte dal punto di vista di chi richiede la funzionalità (es. Come cliente vorrei poter moderare un commento con un click).
  • Retrospectives –  Incontro di revisione tra team, SO e SM sull’ultima presentazione al cliente.

Com’è cambiato il nostro modo di lavorare

Negli anni abbiamo sviluppato diversi progetti software importanti. Questi progetti richiedono parecchie giornate di sviluppo: oggi però si muove tutto molto velocemente e può capitare che durante il lavoro ci si accorga che le specifiche iniziali del clienti non siano più valide o che siano superate da nuove esigenze.

Agile, in questi casi, è fondamentale perché da la possibilità di individuare anche in corso d’opera nuove specifiche (backlog) e nuovi obiettivi che si sono manifestati durante la lavorazione. Leggerezza e flessibilità.

Ovviamente lavorare Agile non è semplice. C’è bisogno di una metodologia perché funzioni. Regole, strumenti, ritmo sono importanti e per riuscire a lavorare agile bisogna imparare a conoscersi come azienda e come persone. Dobbiamo capire come funziona la nostra produttività in modo da pianificare, insieme col cliente e il team, il percorso di lavoro migliore.

Con la metodologia Agile dobbiamo conoscere l’obiettivo del nostro cliente e lo scopo per cui il progetto viene sviluppato. Dettagli e specifiche di ogni funzionalità vengono invece definiti al meglio solo poco prima dello sprint.

Sembrerà strano a chi è abituato a dover leggere risme di specifiche, ma per capirne il motivo basta pensare a quante volte capita di leggere complessi dettagli per una funzionalità ad inizio progetto e poi doverli rileggere (e capire) nuovamente solo settimane dopo, quando la funzionalità viene davvero implementata.

Inoltre le specifiche dettate ad inizio progetto non è detto che siano ancora valide nel momento della lavorazione: pensate a quante volte cambiano API e collegamenti ai social network, a terze parti in genere o quante volte il cliente stesso possa cambiare idea in corso d’opera perché sono cambiati alcuni presupposti validi al momento della progettazione e non più oggi.

Se state pensando che questo è un modo per correre dietro a idee estemporanee del cliente, vi rassicuro. Nulla di tutto questo. L’incontro che anticipa lo sprint serve proprio a fare il punto su quello che serve necessariamente e che si svilupperà nelle successive 2 settimane. Discutere le funzionalità nel momento in cui devi svilupparle è consigliabile e funzionale per la buona riuscita del progetto.

Tutti insieme appassionatamente

Con Agile la progettazione non è più a carico di una persona che ne decide ogni caratteristica.

Sviluppatori, esperti UI e UX diventano parte integrante del progetto e possono offrire la loro expertise in maniera diretta.

Lavorare Agile comporta una responsabilizzazione di tutti i partecipanti al progetto che si sentono parte integrante e pensante di un progetto. Molte delle scelte che nascevano (e spesso restavano chiuse a chiave) nella testa di un project manager, sono condivise, pensate e messe in pratica dal gruppo di lavoro.

Chi sviluppa Agile ha maggiore coscienza del prodotto e del risultato che deve ottenere, lo ha condiviso e ha tempi concordati e certi per metterlo in produzione. A beneficio del progetto e di chi lavora.

Dicevamo che il ritmo e la condivisione sono fondamentali: le riunioni non durano più giornate all’inizio del progetto ma sono soprattutto brevi incontri quotidiani, pochi minuti davanti all’intefaccia o bevendo il caffè chiarendo cosa si è fatto e come si intende procedere.

Team Agile: come funziona

Rilasciare Software funzionante

Poco più di un anno fa, nei dettagli di aggiornamento dell’APP Facebook per il mio smartphone ho letto: “da oggi ci impegniamo a rilasciare ogni due settimane novità e miglioramenti per la tua applicazione.”

Subito ho pensato a quando si attendeva la nuova release di Photoshop per correggere bug della versione precedente o per qualche nuova funzionalità. Sembra un secolo fa, c’era il supporto fisico (uno o più CD), non esisteva il software in abbonamento.

Oggi Adobe rilascia mensilmente nuove feature per i suoi software, chiedendo direttamente agli utenti attraverso blog e forum cosa maggiormente desiderino per migliorare i suoi strumenti. (come nel caso di XD).

Tutto ciò non sarebbe possibile se gli utenti non avessero già il software a disposizione per usarlo sui loro progetti in produzione. Le idee migliori nascono generalmente dall’utilizzo pratico: può averle lo sviluppatore, l’utente finale, il capo progetto.

Fornire il software funzionante con rilasci graduali vuol dire avere anche il miglior tester per il progetto l’utilizzatore finale.

Il cliente vede come il suo strumento cresce sprint dopo sprint, prende coscienza di quanto lavoro ci sia dietro una funzionalità e ha la percezione di avere tutto sotto controllo. Anche questo è un buon motivo di crescita lavorativa per tutti.

L’importanza delle priorità = aperti al cambiamento

Il concetto di priorità in Agile è fondamentale, sia per la definizione degli sprint backlog (lista delle cose da fare nel prossimo sprint) che, non meno importante, per la definizione di una offerta economica.

Il cliente potrà di volta in volta concordare con il PO cosa avere attivo nel software al termine dello sprint. L’offerta iniziale in pratica dovrà garantire un numero di sprint pesati sulle indicazioni iniziali dell’analisi fatta con il  cliente.

All’inizio può sembrare approssimativo e poco digeribile dal cliente che presenta una lista della spesa con un budget fissato al centesimo. L’esperienza nostra e delle grandi aziende che utilizzano queste metodologie invece garantisce come sia del tutto naturale realizzare da subito le cose indispensabili, poi a seguire quelle importanti, infine eventualmente quelle opzionali se non sono intervenute priorità e/o idee differenti che hanno preso il loro posto. Questo significa avere occhi aperti al cambiamento e alle reali necessità del cliente. Una volta sperimentato l’agile il cliente non vuole più tornare indietro, l’agenzia diventa parte integrante dei suoi processi che traggono evidente beneficio dalla collaborazione di tutti.

Agile a misura di Dot Next

Ci sono agenzie con certificazioni Agile, ma in una realtà come Dot Next al momento non si può raggiungere un Agile “perfetto”.

Noi siamo molto vicini al framework Scrum, forse il più adottato, certamente il più vicino alle nostre esigenze e sensibilità. Come abbiamo spiegato in precedenza, un team agile è formato da due figure (Product Owner e Scrum Master) più il team operativo.

Ogni metodologia va attuata da persone, da gruppi di persone in questo caso, e quindi è giusto studiarla inizialmente e farla propria conservando i punti chiave.

I progetti dove usare Agile saranno quelli a priorità di sviluppo software, user experience, User interface e non le parti dove la parte di creatività la fa da padrona. Non conviene strutturarsi e impostare un team Agile per il progetto di un semplice sito web, con poche giornate di sviluppo, né per la creazione dell’immagine coordinata di un’azienda.

Per agenzie con un organico come Dot Next diventa difficile pianificare attività con metodologie Agile particolarmente ortodosse, ma resta valido il nostro obiettivo di strutturarci al meglio per fornire un prodotto migliore al cliente. Adattarci alla metodologia e adattare un po’ la metodologia a noi.

In particolare facciamo riunioni quasi quotidianamente per gestire lo sprint backlog. Abbiamo meeting interni ogni settimana e incontri con clienti ogni due settimane.

Un’unica figura si interfaccia con il gruppo di lavoro e con il cliente. In questo caso, dovendo compiere il doppio ruolo (SM + PO), bisogna stare attenti a percepire le necessità e le esigenze del gruppo di progetto per modalità e tempi di sviluppo, interfacciandosi con il cliente costantemente, mediando e cercando di tirar fuori dalla sua esperienza diretta nuove idee, lista delle priorità e il massimo della collaborazione da parte di tutti.

Una release ogni 15 giorni

In Dot Next, ci organizziamo per rilasciare la nuova versione del software (o un’app o un sito web) ogni 15 giorni. Tutto molto diverso rispetto alla metodologia “Waterfall” con un’unica analisi e un’unica raccolta delle specifica iniziale e una fase di sviluppo che dura fino alla consegna finale.

Per i progetti a cui stiamo lavorando ci siamo tarati su questo arco di tempo ma non c’è una regola fissa se non quello della costanza e del ritmo. Come per gli atleti che fissano i giorni di allenamento in maniera costante… stesso concetto, stessa filosofia.

Spesso si tende a chiedere al cliente un lavoro di astrazione difficile, se non impossibile. I tecnici siamo noi, loro sono gli esperti del loro specifico settore. Proprio per questo le stories (specifiche di sviluppo) sono scritte dal punto di vista del cliente. Con l’aggiornamento e l’utilizzo continuo del software possiamo davvero capire cosa funziona e cosa è meglio cambiare o aggiornare. Lo possiamo capire noi grazie all’esperienza nello sviluppo e lo capisce il cliente.

Ovviamente rilasciare un software funzionante ogni due settimane implica impostare il lavoro in modo completamente diverso dal solito. Il software deve essere da subito sicuro, il database non può essere resettato ogni volta che viene eseguito un rilascio.

Con Agile non ci si può improvvisare, tutto va fatto col giusto metodo.

Il cliente giusto

È indispensabile che il cliente sia aperto a questo tipo di lavoro collaborativo, perché Agile entra anche nella parte amministrativa ed economica di un progetto. La definizione dei costi diventa più capillare, perché si ha il controllo sullo stato di avanzamento lavoro.

In questo senso il concetto di software abbonamento (as a service), di cui abbiamo parlato spesso in relazione con l’App Economy, si sposa bene con il concetto di Agile.

Ma ovviamente questo può anche portare a dei costi imprevisti: le cose cambiano in corsa, come detto, quindi alcune funzionalità possono essere rimosse e/o aggiunte: cambiando quindi il preventivo iniziale del progetto.

Rispetto ai progetti gestiti in “waterfall” dobbiamo riconoscere che i clienti, una volta entrati attivamente nel processo progettuale e realizzativo, percepiscono meglio il peso di tali variazioni e sono più coscienti e propensi ad individuare su cosa abbia senso investire e cosa no.

Dalla mia tesi di Laurea ai progetti di Dot Next

Personalmente Agile non è qualcosa di nuovo. Il mio primo incontro con il sistema Agile infatti è stato durante la mia tesi di laurea nel “lontano” 2001.

Cicli di revisione, design, lavoro, studio delle funzionalità: affrontavo lo sviluppo del mio lavoro con questa metodologia durante i miei incontri settimanali con il mio relatore. All’epoca non avevo capito ancora il potenziale, lo ritrovo ancora più valido e funzionale nel mio lavoro oggi.

Come detto in precedenza questa metodologia di lavoro si sposa bene con i valori di Dot Next che è fatto di prodotti di qualità e di relazioni con le persone. “Gli individui e le interazioni più che i processi e gli strumenti” dice il manifesto Agile.

Ci stiamo lavorando. Insieme.

I benefici del sistema Agile

  • La qualità è la parte centrale del lavoro, definita come risposta immediata e ottimale alle necessità e al cambiamento.
  • Crei fiducia, perché puoi vedere il lavoro subito.
  • Riesci a tirare fuori il meglio da tutte le persone che intervengono sul progetto
  • La Costumer Experience è altissima: il cliente è parte del progetto durante ogni fase di sviluppo
  • Migliora le performance

L'articolo Il Metodo Agile (secondo Dot Next) sembra essere il primo su Dot Next, Digital Works.

]]>
10 anni di App design https://www.dotnext.it/10-anni-app-design/ Tue, 26 Jun 2018 08:26:05 +0000 https://www.dotnext.it/?p=1672 Il 10 Luglio l’App Store ha compiuto 10 anni e vogliamo celebrare questa ricorrenza ripercorrendo quella che è stata la nostra esperienza nel campo dell’App Design. In realtà il design mobile è nato molti anni prima, nell’ormai vetusto 1984. A quell’epoca Luca e Michele erano alle elementari e di sicuro non potevano immaginare nulla di...

L'articolo 10 anni di App design sembra essere il primo su Dot Next, Digital Works.

]]>
Il 10 Luglio l’App Store ha compiuto 10 anni e vogliamo celebrare questa ricorrenza ripercorrendo quella che è stata la nostra esperienza nel campo dell’App Design.

In realtà il design mobile è nato molti anni prima, nell’ormai vetusto 1984. A quell’epoca Luca e Michele erano alle elementari e di sicuro non potevano immaginare nulla di quello che sarebbe stato una parte fondamentale del loro futuro mestiere.

Ma di certo, fin dalla presentazione del primo iPhone, Dot Next si è sempre occupata di App Store e di App Design.

I nostri inizi: Ten Squared e ABC Magnetic Alphabet

Nel 2009 Dot Next lancia la sua prima App: Ten Squared, la versione digitale di un rompicapo che si faceva sui banchi di scuola.
Ten Squared si distingue per il suo design originale e curato.

A Ten Squared seguì nel 2010 “ABC – Magnetic Alphabet” che ancora adesso è la nostra App più scaricata e amata con più di [] download.

In questo quel periodo tutto era ancora nuovo e sconosciuto e le grandi possibilità della tecnologia mobile ci affascinavano moltissimo. Ricordo perfettamente l’eccitazione che provavamo nel pensare che avremmo in qualche modo fatto parte del grande mondo Apple pubblicando un nostra App sullo store ufficiale.

App Design: Scheumorfismo

La prima vera tendenza che abbiamo cavalcato anche noi, proprio con “la lavagnetta”, è stata quello dello scheumorfismo.
Questa parola, sconosciuta ai più fino a qualche anno fa, non significa altro che “ornamento grafico apposto su un oggetto allo scopo di richiamare le caratteristiche estetiche di un altro”.

Il design mobile dal 2008 al 2013 circa, ha cercato di riprodurre in modo iperrealistico elementi fisici ed oggetti nelle interfacce delle applicazioni.
La stessa lavagnetta è stata proprio disegnata in modo da riprodurre sullo schermo touch le lettere di plastica delle lavagne magnetiche tradizionali.

Un esempio di App Design del 2009: la nostra app della LavagnettaUn esempio di App Design circa 2010: App "ABC Magnetic Alphabet"

Questa tendenza ha sicuramente influenzato anche i concept di molte App che partivano proprio dal proporre all’utente un’esperienza estremamente affine a quella quotidiana di interazione con gli oggetti, costruendo interfacce talmente realistiche da essere poi di fatto estremamente artificiali.

Un tipo di atteggiamento verso la progettazione che ho perseguito anche io in quegli anni e che ora mi restituisce un gusto un po’ in stile“Donna perfetta”, il film di The Stepford Wives.

Tutto è senza difetti e, sebbene in alcuni casi può essere una strada che funziona, soprattutto per nei giochi, è uno stile che inevitabilmente non sentiamo più nostro.
Forse perchè ora, se vogliamo la realtà nelle nostre App, la includiamo davvero con tutte le possibilità che la realtà aumentata offre allo sviluppo e alla progettazione.

L’antagonista contagioso – Material Design

La controtendenza è partita con il lancio nel 2014 del Material Design da parte di Google.
Come tutte le novità in materia di design ci ha lasciati all’inizio un po’ allibiti e scettici.

Si guardava con grande rispetto alle linee guida ragionate di “colui che non può essere contraddetto”, ma contemporaneamente ci domandavamo se questo non avrebbe generato un’ondata di App tutte uguali e sentivamo in qualche modo deturpato il nostro ruolo di designer.

Google stava cercando di mettere ordine nella grande famiglia della sue App anche se ancora oggi non tutte sono completamente material. Inoltre voleva dare una direzione uniforme agli sviluppatori per evitare la grande accozzaglia che si stava creando sul Play Store.

Matìas Duarte, il designer che ha sviluppato il Material Design lo descrive così:

Proprio come la carta, il nostro materiale digitale si può espandere o restringere riformandosi in modo intelligente. I materiali hanno superfici fisiche e bordi. Cose come ombre e cuciture forniscono il significato di quello che tocchi.”

Una ritorno al reale che viene però estremamente semplificato. Nel Material Design si mantengono soltanto alcune caratteristiche essenziali che rimandano all’esperienza quotidiana di interazione con gli oggetti, amplificando quindi le caratteristiche già intuitive dell’interazione touch.

Un esempio di Material DesignUn esempio di Flat Design

Nel momento in cui abbiamo intuito (parlo al plurale perchè credo sia stata un’epifania di molti) come sfruttare queste linee guida come una risorsa e non come un vincolo, ci siamo tutti trasformati in paladini determinati del flat design, comprendendone la grande potenzialità soprattutto per quanto riguarda la portabilità anche sugli schermi piccolissimi degli smartwatch.

L’attenzione dei designer si è quindi concentrata, soprattutto per quel che riguarda le “Utility App”, sull’anticipare e agevolare la volontà dell’utente aiutandolo a ricevere l’informazione che sta cercando (meglio se ancora non sa che la sta cercando) in modo lineare, al momento giusto nel minor tempo possibile.

L’evoluzione degli strumenti di design

Un’altra grande evoluzione in questi 10 anni l’hanno fatta i software che utilizziamo per disegnare le App.
XD di Adobe, così come Illustrator e Photoshop, hanno sviluppato funzionalità dedicate che ci hanno permesso di automatizzare e di conseguenza risparmiare moltissimo tempo.
Basti pensare alla possibilità che dà XD di esportare un’immagine in tutti formati che servono per IOS e Android in un solo click definendo la dimensione di partenza del design.
O alla griglia pixel perfect di Illustrator.

Abbiamo parlato degli strumenti di Design e di come questi siano cambiati anche nel nostro recente Workshop e le nostre slide sono disponibili per il download.

I dispositivi svolgono un ruolo fondamentale

Non bisogna certamente dimenticare che, oltre al design, in questi dieci anni si sono evoluti soprattutto i dispositivi e internet stesso.

Connessioni più veloci e schermi sempre più definiti hanno permesso da una parte di abbandonare vincoli tecnici che inizialmente ci obbligavano a ridimensionare la nostra creatività, e dall’altra la necessità di competenze sempre più tecniche e in costante aggiornamento per mantenere il passo, tanto che a volte mi domando fino a dove spingeremo…

L'articolo 10 anni di App design sembra essere il primo su Dot Next, Digital Works.

]]>
10 Anni di App Store: Dati e Previsioni sul Futuro https://www.dotnext.it/10-anni-app-store-dati-previsioni/ Tue, 26 Jun 2018 07:37:51 +0000 https://www.dotnext.it/?p=1661 Qualche giorno fa AppAnnie ha rilasciato uno studio sui dati dietro a dieci anni di App Store. Ci sono alcuni numeri che vale la pena di analizzare. I numeri e la crescita Da luglio 2010 a Maggio 2017 l’App store ha contato 170 miliardi di download per una spesa generata di 130 miliardi. Le app...

L'articolo 10 Anni di App Store: Dati e Previsioni sul Futuro sembra essere il primo su Dot Next, Digital Works.

]]>
Qualche giorno fa AppAnnie ha rilasciato uno studio sui dati dietro a dieci anni di App Store. Ci sono alcuni numeri che vale la pena di analizzare.

I numeri e la crescita

Da luglio 2010 a Maggio 2017 l’App store ha contato 170 miliardi di download per una spesa generata di 130 miliardi.

Le app che da sole hanno generato un guadagno di un milione di dollari sono 10.000.

Ad oggi (maggio 2018) sono disponibili 2 milioni di app.
Insomma, diciamo che c’è concorrenza.

I download e la spesa continuano a crescere, come sottolinea App Annie.

Dal 2011 i download di app dall’App Store hanno avuto una crescita che è rimasta costante, la spesa degli utenti ha subito una vera e propria impennata nel 2015.

N.B. Per spesa utenti si intende i costi dell’acquisto app, di acquisti in-app e i costi degli abbonamenti.

Crescita download e guadagni su App Store negli ultimi 6 anni

App Store vs Google Play

I dati di AppAnnie ci dimostrano qualcosa che sappiamo già: i download su App Store sono meno rispetto a quelli di Google Play, ma la spesa degli utenti è maggiore sull’App Store.

Il motivo di questa differenza? Il costo del device ha probabilmente un peso, ma non è l’unica variabile da considerare.

  • Le persone che usano iPhone tendono a guadagnare di più
  • Sono in generale più soddisfatte della user experience del loro device
  • C’è un controllo qualitativo più alto sulle App: il processo di approvazione app è più rigido ed è un processo sempre controllato da esseri umani. Apple in passato ha rimosso diverse App che, per mancati aggiornamenti o altro, non corrispondevano più al livello qualitativo richiesto. (N.B. Nonostante questo Apple ha ridotto drasticamente i tempi di approvazione delle App)
  • Gli utenti iOS utilizzano molto più le app rispetto agli utenti Android

I nuovi mercati

Nel nostro workshop a Villa Bombrini avevamo sottolineato come i nuovi mercati asiatici stessero rivoluzionando lo sviluppo app.

Lo studio di AppAnnie ci da ragione: al momento i paesi da cui provengono più download e dove c’è più spesa sono quelli asiatici che vengono, ovviamente, guidati dalla Cina.

Per la verità Cina è adesso seconda per download totali e spesa complessiva subito dopo gli Stati Uniti, nonostante gli Stati Uniti siano in questo mercato da molto più tempo.

Download e guadagni App Store per paesi

Games App: monetizzare è un gioco

Le app dedicate al gaming sono solo il 31% del totale, ma la spesa utenti che viene generata è del 75% del totale di tutte le app.

Non è mai stato in dubbio il poter delle games app. La pubblicità è sicuramente importante, ma anche gli acquisti in-app portano introiti a chi sviluppa nel settore.

“Abbonamento” is the new “App a pagamento”

Pandora, Netflix, Tinder sono le app che, escluse le gaming app di cui abbiamo parlato sopra, hanno portato gli utenti a spendere di più nel 2017.

Il 2017 è stato il primo anno in cui la Top5 delle App per spesa di utenti è fatta totalmente da App che offrono un servizio in abbonamento.

È chiaro che questo tipo di business sta funzionando. Il costo di un prodotto, diviso in mensilità, è quasi sempre alla portata di tutti e gli abbonamenti possono essere disdetti senza problema in qualsiasi momento.

Resterà da capire se e per quanto questa strada continuerà ad essere percorribile.

E il futuro?

Secondo le previsioni di AppAnnie siamo ben lontani dall’aver raggiunto il peak of market delle App.

Le proiezioni ci dicono che si continuerà a crescere e nel 2022 viene prevista una spesa degli utenti in App di 75,7 miliardi, cioè l’80% in più rispetto ai dati odierni.

Per maggiori informazioni vi rimandiamo direttamente allo studio di AppAnnie

L'articolo 10 Anni di App Store: Dati e Previsioni sul Futuro sembra essere il primo su Dot Next, Digital Works.

]]>