Il 21 Novembre è la giornata mondiale della televisione e ho pensato fosse interessante capire com’è cambiata la tv con l’avvento di internet e come è cambiato il nostro rapporto con questo mezzo di comunicazione.

La prima epoca d’oro della televisione: gli anni 90.

Torniamo indietro nel tempo per un attimo alla prima epoca d’ora della televisione. Siamo a metà degli anni 90. La NBC, una televisione generalista, trasmette E.R. e Friends: sono i telefilm di punta del periodo, tutti li guardano e ogni settimana l’audience raggiunge e spesso supera punte di 30 milioni di telespettatori a puntata.
Da qualche anno la NBC ciage in una profonda crisi ed è la CBS, tra le tv generaliste, che vince la guerra degli ascolti grazie ai suoi due programmi di punta, The Big Bang Theory e NCIS, che ogni settimana arrivano quasi a 20 milioni di telespettatori.
Tra gli anni 90 ad oggi si sono “persi” più di 10 milioni di telespettatori.
Non è neanche un caso che l’età media di chi guarda la CBS superi i 40 anni e la produzione di un telefilm come “Supergirl” quest’anno appare proprio come un tentativo di svecchiarsi, cercando di coinvolgere il pubblico del canale di ammiraglia, la CW (molti meno ascolti, molti più giovani).

La seconda epoca d’oro della televisione: Netflix e gli altri

Qualcuno aveva ipotizzato che internet l’avrebbe resa obsoleta, ma nella realtà ci troviamo in una seconda epoca d’oro della televisione, un rinascimento.
Tra Breaking Bad, Games of thrones e Orange is the new black: la televisione convince, viene premiata e sempre più attori cinematografici passano dal grande al piccolo schermo.
Anche l’Italia, soprattutto grazie a Sky, si producono prodotti di qualità che riescono ad attrarre i telespettatori e critica insieme.

E’ cambiato però il modo in cui guardiamo la televisione. La televisione si piega alle nostre esigenze, non siamo più costretti a rispettare orari prestabiliti. Parlare di ascolti è quasi anacronistico in questo momento storico, ma i nuovi programmi televisivi creano qualcosa di diverso di ascolti: creano community entusiaste di fan che sono molto, ma molto più forti del telespettatore occasionale. Le persone usano il web per parlare, discutere, sono attivi e presenti: il tasso di engagement in questi va alle stelle.

A cambiare come vediamo la televisione sono stati prima di tutto sistemi di streaming illegali (megavideo per esempio) e da servizi di registrazione programmi (Tivo) ed è da questo cambiamento che Netflix è diventato sempre più importante. Netflix ha saputo non solo cogliere il bisogno di flessibilità dei telespettatori, ma capire anche come raggiungere e interagire con il suo corebase di utenti passando dall’essere un semplice “contenitore” a diventare una casa di produzione. Strada seguita anche da Amazon e da Youtube che ha presentato, appena qualche giorno fa, Youtube Red, una servizio a pagamento di contenuti prodotti da una selezione dei più seguiti Youtuber.

La televisione e i social

Guardiamo la televisione in streaming su Netflix e la commentiamo sui social. C’è chi lancia tweet durante la visione (il famoso live tweeting è nato per questo), qualcuno usa il “sto guardando” di Facebook, su Youtube alcune persone si filmano mentre guardano qualcosa per filmare in diretta e in maniera spontanea le loro reazioni. Poi ci sono blog, gruppi, Tumblr per condividere il dopo visione e continuare a parlarne e discutere.
Social e televisione vanno di pari passo: è per i social che passa la seconda epoca d’oro della televisione, quella creata dai fan sempre più coinvolti.
Twitter e Tumblr comunque sono quelli che vincono la guerra della Social TV. Twitter è il canale dei commenti live. Tumblr è il posto che i fan scelgono per poter continuare a parlare e condividere foto, pensieri e gif dei loro programmi preferiti.

Pubblicità e marketing

Rimane l’ultima domanda… in tutto questo che fine ha fatto la pubblicità? Sempre più spesso la pubblicità diventa sponsorizzazione ed è direttamente dentro ai programmi e le serie televisive. Emblematico il caso di “How I met your mother (E alla fine arriva mamma)” che inserisce pubblicità digitali post produzione nelle repliche e riesce persino a personalizzare le pubblicità in base alla geolocalizzazione.
La sponsorizzazione funziona particolarmente bene quando si parla di web series, un altro tipo di televisione 2.0. In certi casi la sponsorizzazione fa nascere nuove serie: è lo storytelling che funziona.